mercoledì 9 maggio 2012

I piagnoni del populismo

Una "mentalità, orbene non ideologia, permea il popolo minuto. Il "popolo" o, formula modaiola, "la gente" è il solo detentore delle virtù. Lindo, immacolato, conosce quanto ha da essere conosciuto.  La politica è il regno del buon senso, la cosa pubblica una casa che massaia e buon padre di famiglia possono oculatamente gestire. La moltitudine è usurpata da predoni- i "politici", le "élite transnazionali", il "Capitale", le "banche". Recuperato il potere, riassegnata la politica al legittimo detentore, c'è la palingenesi, la nuova era. L'autorità si ripristina con l'esercizio diretto, senza mediatori a riprodurre le vituperate élite. Magari con un medium, diremo carismatico, che sia esso stesso popolo, perchè incarna l'anima popolare per provenienza, costumi, linguaggio.

La mentalità, di cui sopra, si denomina populismo. Populisti, narodniki (da narod, popolo), si chiamavano i russi di fine Ottocento i quali, riconosciute le infinite virtù del mondo contadino opposte alle degenerazioni aristocratiche o della nascente borghesia, proponevano una rivoluzione fondata sulla comunità rurale, l'obscina. Il fatto, ed è il punto, è che i populismi poggiano, prima di tutto ma non solo, sulla grande menzogna, accettata a piene mani in conseguenza di una naturale propensione autoassolutoria, della intrinseca moralità delle masse. Non serve un dottorato per afferrare il concetto. Il caso italiano e, meglio ancora, del Mezzogiorno sta lì a confermarlo. Limitandosi ad un esempio, fossero veri i dati sulle pensioni di invalidità elargiti tra i Settanta e gli Ottanta, nel Sud del Paese allora avremmo una ciurma di handicappati da riempire magalopoli. E le baby-pensioni, quelle promosse dallo statista Andreotti, furono accolte a furor di popolo. Per non dire della proliferazione di una amministrazione pubblica pletorica. La cultura camorristica diffusa, infine, è il caso più eclatante. Ma non la camorra organizzazione ma quello spirito prevaricatore votato all'abuso che è il brodo di coltura delle mafie.

Insomma, i piagnistei che foraggiano i populismi stanno a zero.

Nessun commento:

Posta un commento