mercoledì 6 giugno 2012

Green Hill è sotto casa: la Biogem di Ariano Irpino


Green Hill sotto casa. E come dire diversamente. Ad Ariano Irpino è presente, dal 2006, il più grande stabulario per animali destinati alla vivisezione in Europa. Ospita circa trentamila topi ma può arrivare fino a cinquantamila potenziali ospiti. La struttura, che può contare su una serie di laboratori di ricerca , è impegnata nella conservazione, cura e manipolazione genetica dei topi. Sono gli strumenti prescelti per "contribuire all'avanzamento della ricerca scientifica", come recita la mission della Biogem, Biologia e genetica molecolare, la società consortile costituita da CNR, Università Federico II di Napoli e Stazione Zoologica A. Dohrn di Napoli.

La notizia, come è facile evincere, è datata e certo non nuova per chi sia attento alle vicende della regione. Tornare sulla questione, però, non è di sicuro malvagio. Prima di tutto c'è la rilevanza del fatto. Trovarsi un lager, perchè di questo si parla e non c'è granché da discuterne, a due passi da casa è degno di nota. Una notizia, appunto. Non sapere di portarsi una serpe in seno, gli aguzzini convinti di promuovere il bene dell'umanità, e pochi ne sono al corrente, fa legittimo parlarne anche ad anni di distanza.

Non spenderò alcuna battuta sull'immoralità intrinseca nella vivisezione animale, la formula con cui oggigiorno alludiamo alla sperimentazione scientifica, in settori che spaziano dalla psicologia (c'è anche questo!) alla tossicologia, su animali non umani vivi. E ne chiarisco il significato di fronte a talune mistificazioni dei vivisettori a cui piace confondere giocando con la lingua, alla maniera di Humpty Dumpty (Attraverso lo specchio, Lewis Carroll). Ebbene, nulla da dire sull'abominio della vivisezione. E' cosa nota e chi voglia saperne di più può tranquillamente approvvigionarsi, oltre che a siti specializzati, a testi come Gli animali e la ricerca di Stefano Cagno, un'utile disamina del fallimento scientifico prima che etico della metodologia vivisezionista.

Il punto su cui solleverei qualche attenzione è diverso. Alcune settimane fa, a Benevento, si è svolta una manifestazione contro Green Hill, fondamentalmente una manifestazione di solidarietà. Non ero presente perchè fuori città, quindi mi rifaccio ai resoconti giornalistici, inevitabilmente parziali, e mi scuso anticipatamente per eventuali omissioni o errori. Ecco, in quell'occasione, nulla si è detto sullo scandalo di Ariano Irpino, ferma restando la proclamata opposizione alla sperimentazione scientifica su animali non umani. Il fatto può essere diversamente spiegato. Da un parte metteremmo l'ignoranza, e lo dico nel significato letterale del termine, nel senso di ignorare. Dall'altra, l'ipotesi più preoccupante, l' approccio specista: gli interessi dei cani, ad esempio l'interesse al benessere e alla vita, vanno considerati in maniera eguale a quelli umani, ciò che non vale per altre specie. Conseguentemente, si protesta contro Green Hill, non contro la Biogem di Ariano Irpino, che utilizza cavie di cui sbattersene altamente, siano esse cento, duecento o cinquantamila.

Insomma, per non essere specisti, e gli animalisti non sono specisti, una strada da battere esiste: contestare la Biogem di Ariano Irpino come e più di Green Hill, se non altro perché è cosa nostra, ci riguarda direttamente e più si può fare per cambiare. Su facebook già se ne discute in gruppi dedicati al tema. Vediamo cosa ne vien fuori. C'è da essere fiduciosi.

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