Forza Nuova: banche e bancocrazia
http://www.ilvaglio.it/politica/associazioni/islanda-ecuador-burkina-faso-riferimenti-lontani-per-affrontare-con-successo-la-grave-crisi-economica/
di Domenico Barone
In tempi di crisi si spara sull'ortodossia e ci si abbandona a complottismi. Forza Nuova, almeno, è stata pioniera. Dalla fondazione, alla fine degli anni Novanta, i forzanovisti non si sono fatti mancare cospirazioni “pluto-giudaico-massoniche” e tesi economiche , forse bislacche, sicuramente anticonformiste. E come dire diversamente della polemica sul signoraggio, della rivalutazione del vecchio e inattuato corporativismo fascista, per concludere, poi, con la riscoperta del ruralismo, quello predicato dal sempre troppo poco compianto Codreanu?
Questa “Forza Nuova”, oggi( ieri per chi legge), si è riunita presso la Biblioteca provinciale di Corso Garibaldi per discutere di moneta, signoraggio e bancocrazia, con la partecipazione del segretario nazionale Roberto Fiore e di alcuni esponenti locali del partito, pardon, movimento, tra cui il coordinatore provinciale, Andrea Caporaso. Per chi non la conoscesse, tanti a giudicare dalle percentuali di voto da prefisso telefonico, Forza Nuova è il ”movimento” politico, non sia mai dire partito, nato nel 1997 per iniziativa di Roberto Fiore e dell’ormai defunto Massimo Morsello. Due ex militanti di Terza Posizione, gruppuscolo extraparlamentare neofascista, e, su tutto, ex latitanti rifugiati in terra d’Inghilterra, “la perfida Albione” fascista. Ironia della storia.
È un movimento di estrema destra, checchè ne dicano i militanti, per i quali sono ormai “superate le categorie di destra e sinistra”. Un “simpatico” manipolo che opera sotto la stella di Corneliu Codreanu, il rumeno fondatore negli anni Trenta della Legione dell’Arcangelo Michele, più nota come Guardia di Ferro. Quasi un ordine monastico, votato alla causa dell’ultraclericalismo e dell’antisemitismo, e in proposito si legga del pogrom di Bucarest del 1941. E proprio in omaggio all’illustre rumeno, Forza Nuova nasce il 29 settembre, giorno dedicato a San Michele Arcangelo.
Oggi, però, qui a Benevento non è stata la stella di Codreanu a brillare, ma quelle di Ezra Pound e Giacinto Auriti, pur sempre due riferimenti mai obliati dai “fascisti del terzo millennio”. Il primo è il famoso poeta. Non la poesia, comunque, ma le teorie economiche sull’usurocrazia sono parte del patrimonio ideale forzanovista. Il secondo è l’ormai defunto professore di Teramo formulatore delle controverse tesi sul signoraggio bancario. E i modelli economici presi a prestito sono quello islandese, ecuadoregno, il modello del Burkina Faso di Thomas Sankara, per concludere con la Russia di Putin.
Almeno questo è quanto risulta dalla relazione del segretario nazionale, Roberto Fiore. Per il fondatore, il signoraggio, tecnicamente il reddito che deriva dall’emissione di moneta, è “la differenza tra valore della moneta e il costo di produzione della stessa”. Per cui “se la banca centrale stampa con inchiostri da un euro banconote da cento euro, realizza un profitto da novantanove euro”. Un reddito destinato a banche private, poiché “la Banca Centrale Europea (ente che emette moneta sul territorio dell’Unione Monetaria, NDR) è controllata non dagli Stati Nazionali ma indirettamente, attraverso le Banche Nazionali tra cui la Banca d’Italia, da banche private”. Sinteticamente, le banche private, che controllano le banche centrali, guadagnano decine, centinaia di miliardi di euro di profitti grazie ad una sorta di falsificazione sistematica della moneta. A questa truffa legalizzata esiste una facile soluzione: “restituire agli Stati la sovranità monetaria”. Terra terra, restituire agli Stati la facoltà di stampare carta moneta.
Non è tutto. L’annoso problema del debito pubblico va risolto guardando ad esempi altrimenti vituperati. L’Islanda, prima di tutto, che “ha deciso di non pagare il debito, di riprendere nelle proprie mani la Banca Nazionale. Che ha arrestato i banchieri responsabili della crisi e ha deciso di puntare sui settori economici tradizionali”. Ma anche l’Ecuador del chavista Correa, il Burkina Faso degli Anni Ottanta o l’Argentina di Nestor Kirchner. Tutti attestati sulla stessa linea: sovranità monetaria e cancellazione del debito.
Insomma a mare il debito, la banche private, la massoneria “burattinaio della storia”. Molto si potrebbe dire sul “ritorno alla lira”, sui presunti manipolatori della storia, sul signoraggio. Così , ad esempio, si potrebbe osservare che la storia del signoraggio è cosa altra dal raccontino di Forza Nuova. Perché, come è stato scritto:
“La banca centrale emette banconote in cambio di titoli finanziari: i titoli in questione pagano un interesse, mentre le banconote no, e durante il periodo di circolazione della banconota gli interessi maturati sul titolo “monetizzato” rimangono alla banca centrale. Parte dei profitti da signoraggio rimane alla banca centrale per pagare i costi operativi, e aumentare l’entità di fondi disponibili per le emergenze, mentre gran parte va al Tesoro, cioè al governo. Se una banconota da 100€ costa 1€, e viene emessa contro un titolo che rende il 3%, la banca centrale guadagna il 2%, non il 99%. E gran parte di questi fondi rimangono nel settore pubblico, tant’è che si parla di signoraggio come di una “tassa da inflazione”.”(Pietro Monsurro)
Ma non è compito del giornalista dare giudizi. E, allora, al lettore la sua valutazione.
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