martedì 19 marzo 2013

Canada d'Asia





"Canada d'Asia" lo trovate su Lettera 43:


http://www.lettera43.it/stili-vita/canada-il-boom-degli-arrivi-di-asiatici_4367589215.htm



Qui la sintesi:


La metà dei 200 mila residenti è originario di Cina e zone limitrofe. In certi quartieri si sfonda la soglia dell’'80. La lingua madre di 40 abitanti su cento è il mandarino standard, o il cantonese. In due delle trentotto scuole elementari il 90 per cento dei pupi ha gli occhi a mandorla. Al Consiglio comunale stanno accantonando la proposta d’imporre francese o inglese nelle tabelle delle rivendite made in China.


Siamo a Richmond, ricca periferia di Vancouver. In Canada, ospita la più alta quota di discendenti della Cina storica, quella che comprende Repubblica Popolare, con annesso Hong Kong, e Taiwan.


Il centro commerciale “Aberdeen”, nella zona centrale, illustra fisicamente questo trend. La libreria all’interno ospita solo testi in mandarino. Attorno, spacci di computer, farmacie, beauty center. Tutti hanno la doppia insegna: ideogrammi e inglese. Le ragazze accasciate al bar che smercia cattivo caffè cianciano l’incomprensibile, i tipetti alla moda biascicano il mandarino standard, solo qualche raro avventore spende chiacchiere nella principale lingua nazionale, l’inglese.


Il Canada è il Paese delle “minoranze visibili” e delle enclave etniche. Per la legge, i membri delle minoranze visibili sono le persone di colore: esse contano il 17 per cento nazionale; nel 2031 raggiungeranno il 32 per cento e più del 50 a Toronto e Vancouver. Il primo gruppo etnico non europeo è indo-pakistano, seguito dalla comunità cinese. Si affollano nelle stesse aree: nel 1981 erano presenti sei enclave; oggi il Canada ne custodisce più di 260.
A una ventina di chilometri da Richmond sta Surrey. Il tempio sikh intitolato a Guru Nanak è tra i più maestosi in tutto il nord America, con un programma che copre tutta la giornata. Poco lontano, uomini irsuti e donne dagli abiti color pastello s'affannano per raggiungere negozietti di prodotti tipici del subcontinente indiano, sparsi dappertutto. Nell'area industriale è tutto stilato in hindi o punjabi.


Una delle più estese diaspore indiane al mondo, seconda solo a Londra, è ammassata in questa città che ampiamente deborda oltre i 400 mila residenti. Circa il 25 per cento degli abitanti è originario del subcontinente indiano. Alcuni quartieri sono intensamente monoetnici: a Newton due terzi rimandano visibilmente ai discendenti della civiltà dell'Indo; attorno al Guru Nanak sforiamo la soglia dei tre quarti.

 Per buona parte della sua storia recente, il Canada ha sprangato le porte alle minoranze visibili. Nel 1923 il governo federale arrivò nei fatti a vietare l'accesso al Paese dei cinesi. La British Columbia privò i discendenti di Confucio dei diritti politici e limitò l’esercizio di quelli civili. Nel '28, i permessi d'ingresso per i giapponesi furono ridotti a 150. Dal 1942, pieno secondo conflitto mondiale, gli abitanti originari del Sol Levante furono deportati dalla costa e trasferiti in campi d'internamento.






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